venerdì 31 luglio 2009

s.francisco ou rio de janeiro?


il ponte 25 abril ed il cristo rei visti da santo amaro (holy bitter)

mercoledì 29 luglio 2009

lx-factory



c'è una "piccola città", insediatasi in un ex-area industriale proprio sotto ai piloni del ponte "25 abril", tra le zone di calvário e santo amaro (holy bitter), che ha aperto i battenti di recente e che ha tutte le carte in regola per diventare la nuova zona trendy di lisbona.




quest'area immensa che nel corso della sua storia ha ospitato fabbriche tessili, magazzini, tipografie ed industrie grafiche e che dopo anni di abbandono era destinata a divenire area residenziale (è proprio il caso di dire "andare ad abitare sotto un ponte"), ha improvvisamente cambiato destinazione d'uso (causa crisi?) ed è diventata la sede (nonchè punto d'incontro) di molte delle realtà creative della città, in primo luogo quelle che lavorano nei settori della moda, pubblicità, grafica, comunicazione, multimedia, arte, architettura, musica ecc. e che hanno optato di non insediarsi nell'ormai troppo borghese santos design district.


oltre a questo, nel lx-factory vi sono spazi per spettacoli, concerti, alcuni club notturni, un ristorante, bar, scuole di recitazione, gallerie d'arte, negozi di abbigliamento alternativo e ateliers di artisti/artigiani, il tutto in un contesto rispettoso della architettura industriale pre-esistente.


vista l'aleatoreità della situazione (l'area un giorno potrebbe essere reclamata dai proprietari x continuare l'insano progetto di sfruttamento edilizio), gli spazi sono dati in affitto ad una cifra irrisoria (6€ al mq) e, per chi volesse aprire qui la sua attività, vi rimangono ancora molti spazi liberi.


visto l'elevato numero di realtà presenti ed una programmazione molto articolata, mi limito a mettere qui il link del loro sito, nel quale è descritta e linkata ogni attività lì esistente, e vi si possono trovare calendari attività, foto, video e tante altre informazioni.


tra i luoghi più emblematici vi è qui anche la nuova libreria ler devagar che, dopo aver chiuso i battenti dello storico negozio del bairro alto ed essersi trasferita alla fábrica braço de prata, allarga i suoi spazi di vendita/lettura, installandosi nei locali di una immensa rotativa di stampa. è di particolare effetto vedere gli scaffali dei libri incastrati tra questi macchinari


all'interno della libreria, all'ultimo piano della rotativa, vi si possono trovare gli oggetti cinematici del signor pietro, un italiano che vive da 50 anni a lisbona e che, raggiunta l'età della pensione, si è dedicato a costruire folli macchinari funzionanti con soggetti macchine del tempo (concetto ricorrente nelle suo opere), astronavi, deliranti città spaziali usando solamente materiali di riciclo e la sua folle fantasia.

martedì 28 luglio 2009

"7 colinas"



ringrazio sentitamente le società "merdo" (la compagnia che gestisce il servizio di trasporto merdopolitano in questa città) e la "cazzis" (autobus, tram e ascensori/funicolari) per tutte le volte che, grazie alle loro capacità di gestire in maniera efficiente il srrvizio pubblico dei trasporti, mi hanno fatto perdere appuntamenti, proiezioni ecc, e arrivare in ritardo al lavoro.




agradeço muito ás companhias de transportes públicos "merdo"(merdopolitano de lisboa)" e "caralhis"(autocarros, eléctricos e elevadores) por todas as vezes em que, graças ao serviço pontual e eficiente, falhei encontros, filmes ecc, e cheguei atrasado ao trabalho.

venerdì 24 luglio 2009

akita (aqui 'tá?)





grandissimo film quello visto ieri in cinemateca, un capolavoro del trash, pieno di effetti speciali scrausi e di effetti speciali geniali. un film ambientato in una preistoria con dinosauri e granchi giganti, soli deformati e tsunami punitivi, dove le bionde non se la passavano molto bene (nonostante riuscissero ad allevare dinosauri da sole), e parlato in una lingua completamente inventata, dove la parola più ricorrente (una ogni 5) akita (che suona come il portoghese è qui) pare voler dire proprio quello (ho finalmente scoperto le origini della lingua portoghese).

lindissimo filme, o que vi ontem na cinemateca, uma obra-prima do gênero trash, cheia de efeitos especiais pirosos e de efeitos especiais geniais. um filme situado numa pré-história com dinosáuros e caranguejos gigantes, sois deformados e tsunamis castigadores, onde a vida das loiras era um verdadeiro pesadelo (embora conseguissem criar um dinosáuro sozinhas), e falado numa lingua completamente inventada, onde a palavra que mais torna a vir, akita, parece mesmo ter o significado, á portuguesa, de aqui 'tá (agora percebo as origens desta lingua complicada)



di seguito, il film nella sua completezza (con un'introduzione in spagnolo) e una video lezione per imparare la lingua dei cavernicoli

a seguir há a totalidade do filme, subdividido em 10 vídeos (com uma introdução em espanhol) e um vídeo-guia para aprender a lingua dos homens das cavernas.






















guida alla lingua delle caverne
guia para aprender a lingua dos homens das cavernas

martedì 21 luglio 2009

4 postais (todos duma vez)

per rompere le scatole il meno possibile, questa volta pubblico la bellezza di 4 cartoline tutte assieme, di ferie/escursioni accumulatesi nel corso degli ultimi mesi!
esta vez, para chatear o menos possivel, publico juntamente 4 postais das viagens que fizemos durante os últimos meses!
not to bother you repeatedly, this time I post a group of 4 postcards of the trips/visits we made during these last months!
cette fois-ci, histoire de vous ennuyer le moins possible, je groupe les 4 cartes de voyages et excursions faites ces derniers mois!



- bologna gennaio 2009, in occasione del future film festival
- bolonha janeiro 2009, em ocasião do future film festival
- bologna, january 2009, attending the future film festival
- bologne, janvier 2009, pendant le future film festival




- siviglia, un caldo fine settimana di febbraio 2009
- sevilha, um fim de semana quente em fevereiro de 2009
- seville, a warm week-end in february 2009
- seville, un chaud week-end en fevrier 2009




- foz côa, marzo 2009, missione archeologica con gli "esperti" del settore
- foz côa, março de 2009, missão arqueológica com peritos do sector
- foz côa, march 2009, archaeological mission with experts in the field
- foz côa, mars 2009, mission archéologique avec les experts du secteur




- sicilia, la settimana prima di pasqua con i jcaléose
- sicília, a semana antes da páscoa, com os jcaléose
- sicily, the week before easter, with the jcaléose
- sicile, la semaine avant pâques, avec les jcaléose

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le altre cartoline
os outros postais
les autres cartes
the other postcards


postais das férias

mercoledì 15 luglio 2009

3 anos de portugal, hoje!

3 anni di portogallo oggi, ricorrenza da celebrare, ancora non so come e momento di tirare un po' di somme, che alla fine sono le stesse dell'anno passato: una lingua che non parlo e che capisco a malapena, il rimpianto per le cose che ho lasciato dove son partito e quelle che m'aspettavo di trovare qui ma non sono mai arrivate, la sensazione di essere un alieno non ben inserito nella società in cui vive, ecc. i soliti sentimenti contrastanti.



ad ogni modo, c'è pronta in frigo una buona bottiglia di bianco ad aspettarmi, e se la sbornia sarà triste o felice, lo imparerò solo domani.
solo allora infatti, come dice la senhora fátima dell'impresa di pulizie dell'ANIM, ovvero "até amanhã, se deus quiser", avrò la possibilità di celebrare 3 anni+ 1 giorno in portogallo

domenica 12 luglio 2009

o maior tacho de caracóis do mundo (mais uma vez viva portugal!)



ennesimo storico successo da aggiungere ai tanti primati conquistati dalla gloriosa nazione lusitana!
in quel di loures, popoloso comune alle porte di lisbona (nella cui area si trova anche l'ANIM), è stato cucinato il più grande pentolone di caracóis (lumachine) del mondo, record approvato dal guinnes dei primati, durante la 10 edizione del féstival do caracol saloio (saloio, oltre ad essere usato per denominare l'area della regione agricola attorno a lisbona, è il termine "spregiativo" col quale i "cittadini" identificano i "villici". infatti, per i nostri colleghi della sede, noi dell'ANIM siamo os saloios). ben 1111 kg di lumachine, distribuite poi gratis agli astanti che, a detta del cuoco, hanno permesso sfamare la bellezza di 5000 persone.

(galleria immagini)



un piatto di caracóis accompagnato da una imperial (birra alla spina piccola) è uno degli snack preferiti dai portoghesi, e lo si può trovare in ogni bar e ristorante, nel periodo primavera/estate.

ricetta x preparare i caracóis (em português)

2kg caracóis - 1 cucchiaio olio d'oliva - 3 spicchi d'aglio - 1 cipolla - 1 foglia di alloro - origano - peperoncino in polvere q.b. - sale e pepe quanto basta

portare a ebollizione in una pentola d' acqua con i caracóis (il livello dell'acqua deve essere 3 dita sopra i caracóis), aggiungere olio, aglio, cipolla tagliata in 4, alloro, origano, sale e peperoncino. far bollire a fuoco lento per 2 ore circa, ritirando la schiuma che si forma. conservare nel liquido di cottura fino al momento di servire, servire in un piattino con un poco del suo brodo.

giovedì 9 luglio 2009

país esquisito

in questo paese ci mancava solo questo: un bel festival erotico medioevale, bizzarra mistura di una festa medievale di paese (una di quelle con finti palii storici) ed un salone dell'erotismo, del quale tutti sentivano la mancanza, che comincia oggi dalle parti di porto.
ora cosa ci azzecchi il medioevo con l'erotismo mi è poco chiaro ma, secondo gli organizzatori, il binomio è quasi inscindibile: nel medioevo c'era molto erotismo, soprattutto nella nobiltà, a cominciare dai corpetti che le dame indossavano a chiaro scopo provocatorio.
tra le attrazioni offerte vi si possono annoverare: strip tease a cavall0, lotta nel fango, saltimbanchi che ricreano racconti erotici e fantomatiche acrobazie vaginali!!
clou della manifestazione sarà una rappresentazione di una condanna di una donna adultera da parte del re che verrà esposta a pubblico ludibrio e lanciata in pasto ad una folla inferocita (i medievali si che sapevano come trattare le donne).




mercoledì 8 luglio 2009

...with bananas added!!

di nuovo su queste pagine dopo l'intensa pausa bolognese ed alcuni giorni per riprendersi dal trauma del rientro.
devo dire che andare a bologna in missione lavorativa, come rappresentante dell'ANIM al cin.ritr.2009, è stato molto piacevole, meglio che esserci stato per le ferie, e spero che nei prossimi anni la cosa si possa ripetere.
ho trovato l'edizione del festival di quest'anno particolarmente triste, molto peggio di edizioni passate (mancando da 3 anni da questa manifestazione non ne ho potuto accompagnare il graduale declino, e me lo son subito tutto d'un colpo), un programma di basso livello, l'ennesima riproposizione di un chaplin "ritrovato" per coronare uno sfruttamento oramai più che decennale di questo personaggio da parte della cin.bo, operazione oramai lógora e stantía (ora manca solo proporre chaplin al cesso, ma è meglio non dirlo se no l'anno prossimo lo fanno), pochi archivi a presentare i propri lavori (più una scelta dell'organizzazione che una reale mancanza di proposte), principalmente (quasi solamente) una vetrina promozionale per i lavori del laboratorio della cin.bo (baffetto orgoglioso dei 37 lavori presentati nell'arco di brevissimo tempo, il che vuol dire che si punta sulla quantità a scapito della qualità) quel laboratorio che ha impunemente usurpato nome e locali di quello dove ho lavorato per tanti anni, ma, per il fatto che vi ci lavorano alcune persone che mi stanno particolarmente a cuore, eviterò di trattare con parole cariche di astio e livore (o almeno cercherò di limitare).
il vero problema rimane la qualità dei restauri, parola abusata e priva di significato (tanto da costringermi costantemente a chiedermi, nonostante sia la mia professione, quale sia il vero senso di questa attività). restaurare, a mio giudizio, significherebbe fare tutta quella serie di operazioni per permettere una nuova fruizione ad un oggetto con un reale problema di esistenza, del quale altrimenti non sarebbe garantita la possibilità di tramandarlo ai posteri. quello che invece si cerca è l'operazione mediatica ad effetto, il grande nome al quale associare il proprio. per esempio, che senso ha "restaurare" (troviamo un'altra parola, cazzo!) un qualsiasi film di sergio leone, del quale esistono almeno 1000 copie, editato in tutti i formati possibili che la storia della tecnica ha permesso, visto e rivisto da tutti (poichè passa e ripassa in tv almeno 3 volte all'anno), senza alcun rischio di cancellazione dalla memoria collettiva, se non una mera operazione commerciale? chiamiamo le cose per quello che sono, please!
questa gara alla ricerca di scalpore viene esacerbata da un sempre più assiduo utilizzo del digitale, qualsiasi esso sia, che oramai è la vera ansia esistenziale di qualsiasi archivio. si sparano K di risoluzione sempre più elevati, ma quello che si è visto sono delle indicibili schifezze, robe di cui vergognarsi. e non sto parlando del laboratorio dei bambocchi *(del quale ho accuratamente evitato di vedere, riuscendovi, i lavori presentati, preferendovi la ben più ludica attività dello sbevacchiare, tranne che per alcune immagini che non ho potuto evitare mentre attraversavo la piazza) ma di veri e propri mostri sacri americani tipo george eastman house o sony columbia: i loro "restauri" di red shoes, pandora and the flying dutchman (ma anche the black cat) sono della stessa tipologia e presentano gli stessi problemi. entrambi scansioni 4k (dico 4k!) di matrici originali technicolor hanno una definizione peggiore di un 16mm (sovrapposizione imperfetta delle matrici) e migliaia di digital artefacts visibili, grana sfrigolante, ma il vero orrore è il colore: assolutamente instabile dall'inizio alla fine, facce che passano dal rosa al verde ecc, senza soluzione di continuità. il ricordo che ho io delle copie technicolor è quello di colori stabili e perfetti, nulla a che vedere con ciò che si è visto a bo. evidentemente quella non era la strada da percorrere, se si fosse scansionata una copia (e non le matrici, nate per altro scopo ed inadatte ad essere scansionate) il risultato sarebbe sicuramente migliore. ma è qui che si vedono i limiti delle nuove tecnologie. il fatto di elaborare in automatico, trattare tutto nella stessa maniera dall'inizio alla fine crea prodotti che mancano di calore.
qualcosa di decente, anche nel digitale, comunque si è vista, il pierrot le fou presentato dalla cin.fr. (fatto, mi sembra, presso scanlab) è stato qualcosa di veramente commuovente, ben fatto, accompagnato da una scheda tecnica fatta in maniera competente su cui vi era chiaramente descritto ciò che è stato fatto e come, e non paroloni altisonanti messi lì solo per impressionare, come nel caso di schede che accompagnavano altri film.
*i limiti dei bambocchi sono altri, e esulano dal fatto che siano analogici o digitali. nonostante non abbia visto i loro films mi son bastate quelle 2 immagini che ho visto in piazza e le conferme (e le domande rivoltemi) di chi invece vi ha assistito, ed i problema è sempre quello (storico oramai): la presenza di fastidiosissime banane sulle teste degli attori, aloni che prolungano le sagome delle figure e si muovono con esse, cosa che sarebbe facilmente risolvibile o attenuabile con alcuni piccoli accorgimenti, ma a quanto pare la capacità di analisi e di controllo qualità di chi ha l'ardire di organizzare scuole di "restauro" per addetti al settore è limitata. il problema sorgerà tra qualche anno (si tratterà di un cambiamento di percezione della storia), quando, vista la capacità produttiva di codesto laboratorio, il mercato sarà saturo delle loro copie "restaurate" e non vi sarà traccia degli originali, e chi non avrà avuto la possibilità di vedere come erano i materiali che circolavano precedentemente al "restauro" penserà che in una determinata epoca le persone andassero in giro con le loro belle banane in testa (si chiederanno se forse gli antichi erano in grado di fotografare l'aura)