martedì 12 agosto 2008

o rapper cego do metro

Essere ciechi in questo paese non dev'essere cosa facile. Come ho già scritto in un post precedente, il Portogallo non sembra avere alcuna politica di aiuto ai disabili (a meno che non siano invalidi militari).
Infatti non ho ancora visto un cieco con accompagnamento di cane guida o che venga prelevato/riportato a casa da un mezzo dei servizi di assistenza sociale. Tutti quelli che fino ad ora ho incrociato a Lisbona, all'incirca una decina, chiedono l'elemosina all'interno dei vagoni del metro, e tutti, +o- recitano così: tenham a bondade de me auxiliarem (abbiate la bontà di aiutarmi), percorrendo col loro bastone bianco tutto il corridoio e cambiando vagone ad ogni fermata.
C'é ne è anche uno + giovane, che possiede un gran senso del ritmo, e che accompagna la sua questua con una musica prodotta battendo il bastone sul suolo e un accendino su bastone e scatola delle elemosine. Ha pure rappato la frase, che è un po' + elaborata rispetto a quella degli altri (alguém que tenha a bondade ou a possibilidade de me auxiliar+ altre cose che non capisco)



Insomma, la vita dei ciechi qui è + dura che altrove. E non mi sembra nemmeno che i lisbonesi brillino per generosità. Si ha l'impressione che spesso dubitino dei reali handicap che costringono queste persone a mendicare (come si può evincere dai commenti di questo filmato tutubi)

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