mercoledì 12 novembre 2008

le 104

fino a poco tempo fa' a parigi l'espressione andare al 104 significava aver raggiunto il momento di fare l'ultimo viaggio terreno. il 104 (in rue d'aubervilliers 104, vicino a porte d'aubervilliers, parigi nord) infatti era la sede delle pompe funebri comunali e per tanti anni si è occupato del seppellimento/cremazione di migliaia di parigini
.
adesso, dopo alcuni anni di abbandono, il luogo ha cambiato destinazione d'uso (sarà che i parigini non muoiono più?). questo edificio di architettura protoindustriale di inizio 900, pur mantenendo lo stesso nome, è stato convertito in nuovo spazio galleristico-museale (che noia 'sti francesi: se non inaugurano un nuovo museo ogni 6 mesi non sono contenti) destinato alla creazione d'arte contemporanea (x visitare sito cliccare qui).
l'idea è molto buona: il 104 offre ad alcuni artisti per un tempo determinato (selezionati non so come) completa disponibilità di usare spazi e mezzi (anche finanziari), significa quindi poter vivere lì dentro, avere il proprio atelier e tutta la visibilità che un luogo come il 104 può dare. in cambio, se ho ben capito, l'artista si impegna a garantire una certa produzione artistica (della quale il 104 può disporre a proprio piacimento) e non avere altri tipi di attività/relazioni artistico-commerciali in corso (ma potrebbe anche essere che debba solamente pagare una quota d'affitto)

abbiamo avuto l'occasione di visitarlo il giorno dell'inaugurazione, l'11 ott. (in realtà il giorno seguente alla festa dell'inaugurazione, aperta a pochi selezionati vips, con concerto di tricky) ed il luogo non aveva per niente l'aspetto di essere pronto: pochi luoghi aperti (molti spazi apriranno solo nel 2009) e operai ancora intenti in lavori di sistemazione.
nei pochi spazi aperti al pubblico il livello dei lavori non brillava x genialità: nel primo atelier gli artisti hanno creato un finto souvenir shop con merchandising dell'antica attività del 104. vi si trovano infatti t-shirts con foto di bare, tazze con bare e carri funebri o facce degli uomini che lì vi lavoravano, dvd e vhs con la storia del 104, tutto rigorosamente non in vendita.
in un altro angolo gli artisti danno al visitatore la possibilità di crearsi il proprio giardino, mettendo a disposizione cassette, terra, germogli, piantine di tutti i tipi, ecc.
nel momento della nostra visita, la salle 200 era adibita all'esposizione di un'installazione luminosa dell'interessante duo berger&berger.

ho particolarmente apprezzato l'installazione video dell'artista francese malik ohanian, "seven minutes before" 7 schermi, 7 camere che partono dallo stesso punto e affrontano viaggi completamente diversi, chi micro, chi macro, passando per ambienti diversi ma tutte assolutamente sincrone (non ho trovato imperfezioni) per poi trovarsi in una drammatica fine nello stesso punto d'arrivo.
di difficile comprensione il concetto del lavoro di nicolas simarik, l'unico artista residente presente quel giorno ad intrattenere i visitanti nel suo atelier. il suo progetto strampalato è quello di fare duplicati delle chiavi delle persone che gliele affidano per poi metterle tutte dentro "lingotti" di resina epossidica. queste "piastrelle" trasparenti con chiavi all'interno verranno poi utilizzate nella pavimentazione dei marciapiedi parigini...non mi è chiaro il messaggio che il tizio vuole lanciare, ma vi è un indubbia utilità nella sua opera: se qualcuno perde le chiavi di casa e sa dove si trova il duplicato, può andare lì con scalpello e martello.
ho trovato nell'elenco dei resident artists un alain bernardini, che sia un altro rappresentante della nostra famiglia di geni? guardando la sua foto trovo che assomigli mostruosamente a mio fratello...chissà!

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